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Sonetti del 1832 139

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L'ESAME DER ZIGNORE

  Doppo che Ggesucristo fu llegato
Pe’ cquer baron futtuto de Scariotto:
Doppo che dda un ruffiano screanzato
De la sor’Anna ciabbuscò[1] un cazzotto:

  Doppo che ffu dar Papa arinegato
C’arispose a la serva: “Io me ne fotto„;
Lo portonno ar Pretorio de Pilato
Ch’era lui puro un antro galeotto.

  Poi da Pilato fu mmannato a Erode:
Poi da Erode a Ppilato,[2] in compagnia
De Caifasso e ddell’angelo-custode.

  Disse allora Pilato: “Sor Gesù,
Sete voi Cristo er Re de la Ggiudìa?„.
E Ccristo j’arispòse: “Dichi tu„.[3]


Roma, 22 novembre 1832

  1. Ci buscò.
  2. Mandare da Erode a Pilato è comunissimo proverbio in Roma, per esprimere quella specie di giuoco in cui due persone tengono talora una terza, dipendente da esse per alcuno suo affare.
  3. Modo attualmente nelle bocche del popolo intiero, per iscopo e in circostanza di dare una mezza opposizione al dir d’altri. Per esempio: “Io sono giusto„. “Dichi tu„. “Voglio bastonarti„. “Dichi tu„.
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