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258 Sonetti del 1832

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ER ZEGRETARIO DE PIAZZA MONTANARA

  Siggnori, chi vvò scrive a la regazza[1]
Venghino ch’io ciò cqua llettre stupenne.
Cqua ssi tiè ccarta bbona e bbone penne,
E l’inchiostro il più mmejjo de la piazza.

  Cqua ggnisuno, siggnori, si strapazza.
Le lettre ggià ssò ffatte coll’ N.N.[2]
Basta mettérci il nome, e in un ammenne[3]
Chi ha ppresscia d’aspettà cqua ssi sbarazza.

  Io ciò llettre dipinte e ttutte bbelle.
C’è il core co’ la frezza[4] e cco la fiamma:
C’è il zole co’ la luna e cco le stelle.

  Cuant’al prezzo, tra nnoi ci accomodamo:
Cuant’a scrive, io so scrive a ssottogamma:[5]
Duncue avanti, siggnori: andiamo, andiamo.


Roma, 19 dicembre 1832

  1. Amante.
  2. Monogrammi che pongonsi a far le veci di qualunque nome.
  3. Nello spazio di tempo che si pronunzia un amen.
  4. Freccia.
  5. A sottogamba, millanteria.
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