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Sonetti del 1832 271

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LO SPREGO

  M’ha ddetto er Moro che mme venne er riso
Che le Bbolle ch’er Papa de Turchia
Rigala a cchi le crompa[1] in Dataria,
Dispenzeno a ttenute er paradiso.

  Pe’ ddì la verità, mme ne sò rriso;
Ché mme pare una gran cojjoneria
D’annasse a pperde tra ccinquanta mia[2]
Dove t’abbasta de ficcacce er viso.

  Pe’ vvisità la grolia[3] tua, fratello,
Te sce vorebbe la carrozza a mmolle
Come annassi da Roma a Vviggnanello.[4]

  Pe’ mmé mme ne tierrìa sei canne o ssette;
E dder resto, vennènnose ste Bbolle,
Me ne farebbe fà ttante bbollette.[5]


Roma, 22 dicembre 1832

  1. Compera.
  2. Miglia.
  3. Gloria.
  4. L’antico Ignerellum, quindi Julianellum, ed oggi Vignanello, terra nella provincia del Patrimonio.
  5. Polizzine e chiodetti.
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