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Sonetti del 1832 275

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ER PORTONE D'UN ZIGGNORE

  Nu lo sai si cch’edè sta puzzolana,[1]
C’ha ccuperto de fanga mezzo mijjo?
È pperchè ll’antro jjeri sta puttana
De principessa ha ppartorito un fijjo!

  Si ttu ppoi bbutti doppo la campana
Sur monnezzaro un granello de mijjo,[2]
Te spojjeno la casa sana sana,
E ssi rrughi[3] te fotteno in esijjo.

  Nun zerve cqua de mozzicasse er dito:
La legge[4] è pp’er cencioso: e cche tte credi?
Annerà ssempre come sempre è ito.

  Vedi mó ssi cche bbuggera! ma vvedi!
Perchè ssù la siggnora ha ppartorito,
Noi ggiù cciavemo da infangà li piedi.


Roma, 23 dicembre 1832

  1. Pozzolana.
  2. È in Roma una legge recente, per la quale non si possono gettare immondezze che di notte.
  3. Rugare, cioè: “rispondere arditamente, difendersi„, ecc.
  4. Pronunziato con entrambe le e aperte.
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