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19 Sonetti del 1832

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ER FUGONE DE LA SAGRA FAMIJJA

  Ner ventisette de dicemmre a lletto,
San Giuseppe er padriarca chiotto chiotto
Se ne stava a rronfà ccom’un porchetto
Provanno scerti nummeri dell’Otto;[1]

  Cuanno j’apparze in zogno un angeletto
Cor un lunario che ttieneva sotto;
E jje disse accusì: “Gguarda, vecchietto,
Che ffesta viè quì ddrento a li ventotto„.[2]

  Se svejjò San Giuseppe com’un matto,
Prese un zomaro ggiovene in affitto,
E pe’ la prescia manco fesce er patto.

  E cquanno er giorn’appresso uscì l’editto,
Lui co’ la mojj’e ’r fìo ggià cquatto quatto
Viaggiava pe’ le poste pe’ l’Eggitto.

12 gennaio 1832

  1. Del lotto.
  2. A’ 28 dicembre è la commemorazione della strage degl’innocenti.
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