< Pagina:Sonetti romaneschi II.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
22 | Sonetti del 1832 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi II.djvu{{padleft:32|3|0]]
LE NOZZE DER CANE DE GALLILEO.[1]
1.
Ner più bbello der pasto de le nozze,
Venne drento a li fiaschi a mmancà er vino;
E, ppeggio, era serrato er bettolino
Pe’ ppoté rrïempì le bbarilozze.
Che ffesce er cantignere bbirbo fino!
Cormò d’acqua der pozzo tre ttinozze,
E dda sei serve affumicate e zzozze
La mannò in zala avanti ar padroncino,
Acciò ppregassi Maria bbenedetta
A prènnese l’impegno cór fijjolo
De falla diventà vvin de Ripetta.[2]
“Bisogna er fijjo mio pijjallo a volo„,
Lei disse: “abbasta, si vvò ddamme retta,
Farò ffajjene[3] armanco un quartarolo.„[4]
13 gennaio 1832
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.