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310 Sonetti del 1832

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LI SBASCIUCCHI

  Vedi: cuer Chiricozzo sciorcinato[1]
Mó bbasciava la man’ar Zagrestano:
Cuesto la bbascia mo ar Zotto-curato;
E cquesto mó la va a bbascià ar Piovano.

  Cuesto la bbascia ar zu’ Padre Guardiano,
E cquesto ar Provinciale, c’ha bbasciato
La mano ar Generale, che la mano
Bbascia lui puro ar Vescovo e ar Prelato.

  E ’r Vescovo e ’r Prelato è ttal e cquale,
Ché, ppe’ bbascià la mano, cure addietro,
Com’un can da mascello, ar Cardinale.

  E a cchi la bbascia sto fijjol d’un mulo?
La bbascia ar Zanto-Padre su a Ssan Pietro.
E ’r Papa a cchi la bbascia? A Bbasciaculo.[2]


Roma, 30 dicembre 1832

  1. Chierichetto tapino.
  2. Con questo nome si suole rispondere alle dimande troppo curiose e importune, ovvero a colui che ad arte si è fatto procedere a una dimanda, onde schernirlo con simile risposta: lo che si chiama “farlo cadere.„ “Te sciò ffatto cascà; cce sei cascato„, ecc.
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