< Pagina:Sonetti romaneschi II.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.
358 Sonetti del 1833

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi II.djvu{{padleft:368|3|0]]

LI PADRONI DE CENCIO

  Cencio aggnede[1] a sservì la Prencipessa
Vespa d’Olanna[2] poi sartò de bbotto
Pe’ ddecane[3] cór Duca Sasso-cotto,[4]
Che ss’incattolicò pe’ ssentì mmessa.

  Doppo un anno passò cco la Duchessa
Scefallova[5] a ttienejje[6] uno sscimmiotto:
Poi lo pijjò cquer gran Prencipe dotto
De Piggnatosta[7] pe’ la su’ Contessa.

  Ma ggià, dda cuanno perze[8] Napujjone,[9]
E scappò vvia Quitollis,[10] era stato
Lacchè dder General Lavacojjone.[11]

  E ffinarmente adesso è accommidato
Co cquella prencipessa de Bbarbone,[12]
Che sse sposò cco un nostro intitolato.[13]
  15
  Er padre è ggiubbilato
De la reggina morta de le Trujje,[14]
Che ss’è ttrova[15] in ner monno a ttante bbujje.[16]

  E, ssi vvòi l’allelujje
De sto bber zarmo e dde sti nomi matti,
20in Piammonte[17] tiè un zio co’ Sciacquapiatti:[18]

  Senza che tte commatti[19]
A ssapé cche cquest’antro è un’anticajja[20]
Der Cardinal Dejjorgheni[21] e Ssonajja.[22]


Roma, 14 gennaio 1833

  1. Andò.
  2. Westmoreland.
  3. Decano.
  4. Principe Federico di Saxe-Gotha.
  5. Contessa Schouwaloff.
  6. Tenerle.
  7. Principe Stanislao Poniatowski.
  8. Perdé.
  9. Napoleone.
  10. Il general Miollis.
  11. Il generale Lavauguyon.
  12. i Borbone.
  13. Titolato (Ruspoli).
  14. Maria Luisa d’Etruria.
  15. Trovata.
  16. Buglie.
  17. Piemonte.
  18. Cardinale Caccia-Piatti.
  19. Ti combatta, ti affatichi.
  20. Servo antico.
  21. De York.
  22. Cardinal della Somaglia.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.