< Pagina:Sonetti romaneschi II.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.
27 Sonetti del 1832

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi II.djvu{{padleft:37|3|0]]

PASCUA BBEFANIA

  Da quer paese indov’hanno er vantaggio
De frabbicà er cacavo[1] e la cannella,
Fescero sti tre Rré tutto sto viaggio
Appress’ar guidarello[2] de la stella.

  Se portava pe’ Ccorte ogni Remmaggio[3]
Cuattro somari, tre ccavar[4] da sella,
Du’ guardie-nobbile, un buffone, un paggio,
Un cameo,[5] du’ cariaggi e una bbarella.[6]

  Arrivati a la stalla piano piano
Er ré vvecchio, er ré ggiovene e ’r ré mmoro,
Aveven’oro, incenz’e mmirra immano.[7]

  L’incenzo ar Dio, la mirra all’omo, e ll’oro
Toccava a Ccristo com’e ré soprano,[8]
Ché li Ré ggià sse sa, ttutto pe’ lloro![9]

14 gennaio 1832

  1. Cacao.
  2. Pecora conduttrice delle altre.
  3. Re Mago. I Romaneschi dicono remmaggi e per analogia remmaggio.
  4. Cavalli.
  5. Cammello.
  6. Palanchino. La barella è in Roma una bara coperta da trasportare infermi.
  7. In mano.
  8. Sovrano.
  9. Colla o larga.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.