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386 | Sonetti del 1833 |
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L'OCCHIATICCIO
“Cuanto sta bbene er Papa! cuant’è bbello!
Che appitito che ttiè nner rifettorio!
Ma cche ssalute ha sto Papa Grigorio!
Cuesto campa una bbotte e un sgummarello!.„[1]
Piano, piano: e cch’edè?![2] Spara Castello?!
C’è er funtanon de San Pietro Montorio?![3]
Voréssivo[4] godé st’antro[5] mortorio?
Voréssivo vedé sto mortiscello?
Basta, Lesandro mio: bbasta, Mazzocchio:
Nun ne dite de ppiù, fijji mii cari,
Perchè ccór tanto dì, ppoi viè lo scrocchio.[6]
Ggià, sti Papi de Ddio, sti su’ vicarj
Dovrebbeno portà ccontro er mal occhio
Er pel der Tasso come li somari.[7]
Roma, 22 gennaio 1833
- ↑ Campa molto e un altro po’ più. Lo sgommarello è un utensile di ferro o di rame, con lungo manico per attingere liquidi da un vaso che ne contenga.
- ↑ Che è?
- ↑ Celebre fontana sul Gianicolo, la cui acqua cadendo nel bacino fa molto fracasso.
- ↑ Vorreste.
- ↑ Altro.
- ↑ Lo scoppio di qualche disastro.
- ↑ Ai cavalli, per lo più da carretti, ed agli asini favoriti, si adorna il capo di pelo di tasso onde preservarli dal mal occhio de’ malevoli.
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