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35 Sonetti del 1832

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LA NASCITA.

  Sora Ggiuvanna mia, a sto Monnaccio
è stato un gran cardéo[1] chi cc’è vvienuto!
Nun era mejjo de pijjà un marraccio[2]
e d’accoppasse cór divin’ajjuto?
 
  Su la porta der Monno ce sta: Spaccio
de guainelle[3] a l’ingrosso e a mminuto:[4]
de malanni passati pe’ ssetaccio[5]
de giojje appiccicate co’ lo sputo.[6]

  Da regazzi, la frusta ce sfraggella,
da ggioveni, l’invidia de la ggente,
e da vecchi, un tantin de cacarella.

  Bbasta, ggià cche cce semo, alegramente:
e nun ce famo dà la cojjonella[7]
cor don-der-fiotto che nun giova a ggnente.

17 gennaio 1832

  1. Caldeo, imbecille.
  2. Grosso coltello da colpo.
  3. Le guainelle sono le «carubbie». Qui stanno per metafora di guai.
  4. Formula tolta dalle inscrizioni sovrapposte per lo più alle osterie. Spaccio di vino di...,all’ingrosso e al minuto.
  5. Raffinati.
  6. Fragili.
  7. Dar baia.
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