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Sonetti del 1832 49

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LI SOPRANI DER MONNO VECCHIO

  C’era una vorta un Re[1] cche ddar palazzo
Mannò ffora a li popoli st’editto:
“Io sò io, e vvoi nun zete[2] un cazzo,
Sori vassalli bbuggiaroni, e zzitto.

  Io fo ddritto lo storto e storto er dritto:
Pòzzo vénneve[3] a ttutti a un tant’er mazzo:
Io, si vve fo impiccà nun ve strapazzo,
Ché la vita e la robba Io ve l’affitto.

  Chi abbita a sto monno senza er titolo
O dde Papa, o dde Re, o dd’Imperatore,
Quello nun pò avé mmai vosce in capitolo„.

  Co st’editto annò er Boja pe’ ccuriero,
Interroganno tutti in zur tenore;
E arisposeno tutti: “È vvero, è vvero„.

21 gennaio 1832

  1. C’era una volta un Re, c’era una volta una Regina, è il principio generale di ogni favola che dal popolo si racconta.
  2. Non siete.
  3. Posso vendervi.
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