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Sonetti del 1832 | 53 |
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LO SCOZZONE
Tu ssai dov’è Ssan Nicola in Narcione:[1]
Bbè, a la svortata llì der Gallinaccio
Er cavallo je prese un scivolone,
Turutuffete,[2] e llui diede er bottaccio.[3]
Ecco si cche vvor dì mmontà un sturione,[4]
Mette la vita in mano a un cavallaccio:
Coll’antri è annato via sempre bbenone:
Co cquesto è ito ggiù ccom’uno straccio.
Restò ggelato, povero Cammillo!
Ce s’incontrò er decane de Caserta[5]
Che nu l’intese fà mmanco uno strillo.
Disce Iddio: Morte scerta, ora incerta:
Chi er risico lo vò, ribbinitillo[6]
Omo a ccavallo sepportur’uperta.[7]
22 gennaio 1832
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