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84 Sonetti del 1832

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ER TEATRO VALLE

  Io pe’ nnun perdeme,[1] Anna de Pumpara,
La Spaccata, Chiafò, Ccuccio[2] e Lluterio,
Annassimo a la Valle in piccionara,[3]
Che cc’è la meladramma e ’r seme-serio.[4]

  È un certo Pugnatoschi[5] che da Zzara[6]
Lo mannorno in esijjo in ner Zibberio:[7]
E cc’è un’Unghera[8] c’è cche la pianara[9]
La porta a ggalla drent’a un cimiterio.

  Uscì er Bazzarro[10] de Moscovia poi
Che sse cibbò una sarva de fischietti,[11]
E li primi a ffischià ffussimo noi.

  Ogni tanto però da li parchetti
Se sentiva a rripète un tibbidoi[12]
D’apprausi ar machinista[13] e a Ddozzinetti.[14]

6 febbraio 1832

  1. Per non perdermi. Nominando sé per primi, i Romaneschi sogliono fare questa specie di protesta d’umiltà.
  2. Domenicuccio, Domenico.
  3. Ultimo ordine.
  4. Melodramma semiserio intitolato Gli Esiliati in Siberia, tratto da un romanzo di M.me Cottin.
  5. Il conte Potowskj Pugnatoschi, cioè “Poniatowski„, è nome cognitissimo in Roma, avendovi dimorato lungamente il principe Stanislao, nipote dell’ultimo Re di Polonia.
  6. Corruzione di Czar.
  7. Vedi la nota 4.
  8. La prima donna, Caterina Ungher.
  9. Un alluvione. Per migliore intelligenza converrebbe leggere il dramma.
  10. Vedi la nota 6.
  11. L’Imperatore de’ Russi fu veramente fischiato sotto la rappresentazione dell’ultima parte della compagnia.
  12. Uno strepito.
  13. Veramente la scena dell’orrido e la imitazione dell’uragano erano all’ultimo punto illusorie.
  14. Donizetti, il compositore della musica applauditissima.
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