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Sonetti del 1832 87

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi II.djvu{{padleft:97|3|0]]sino coloro, che propugnano insieme il suffragio universale e la mitezza delle pene!]      7 Feccia d’uomini: i liberali.

CHI NNUN VEDE NUN CREDE

  Adesso in der teatro a ttordinone[1]
C’è ppe’ bballo la sscimmia conoscente[2]
Che ddelibbera[3] un fijjo der padrone
E ddà un’archibbusciata ar zor tenente.

  Lei da un arbero sarta a un capannone
Senza datte a ccapì ccom’e cquarmente,[4]
Rubba a un villano mezza colazzione
E bballa un patatù[5] cór un zerpente.

  Pijja a mmerangolate[6] sett’o otto,
Se mette un cappellaccio e un palandrano,
Ruzza a ppanza-per-aria e a bbocca-sotto.

  Sfido inzomma a ddistingue da lontano
S’è un cristiano che ffacci da scimmiotto
O un scimmiotto che ffacci da cristiano.

8 febbraio 1832


  1. Torre-di Nona, o Tordinona.
  2. La scimia riconoscente.
  3. Libera.
  4. In qual modo.
  5. Non balla già il pas-de-deux (detto dai cittadini di Roma padedù), ma fugge da un serpente che la insegue per divorarla.
  6. A colpi di melangola.
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