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Sonetti del 1833 95

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LA MONIZZIONE[1]

  Lassa ste vanità: llassele, sposa.[2]
Ar monno, bbella mia, tutto finissce.
Come semo arrivati ar profiscissce,[3]
Addio vezzi,[4] addio fibbie, addio ’ggni cosa.

  Quanto te[5] credi de fà la vanosa
Co ste pietrucce luccichente e llissce?
Diescianni, venti, trenta; eppoi? sparissce
La ggioventù, e cche ffai, povera Rosa?

  Er tempo, fijja, è ppeggio d’una lima.
Rosica sordo sordo e tt’assottijja,
Che[6] ggnisun giorno sei quella de prima.

  Dunque nun rovinà la tu’ famijja:
Nun mette a rrepentajjo[7] la tu’ stima.
Lassa ste vanità; llassele, fijja.

31 ottobre 1833

  1. L’ammonizione.
  2. Pronunzia con la o chiusa.
  3. Proficiscere, anima cristiana, ecc.
  4. Monili.
  5. Ti.
  6. Attalchè.
  7. Repentaglio, cimento.
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