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Sonetti del 1833 103

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LA MADRE CANIBBOLA[1]

  Madraccia sscellerata! a una cratura
Annajje[2] a ddà le gginocchiate in petto?!
Metteje[3] er culo su lo scallaletto
Eppoi menajje[4] su la scottatura?!

  Legallo a un luscernario inzin che ddura
La sperella der zole in cim’ar tetto;
E un tantino che ppiaggne, poveretto,
[5] li bbòtti pe’ mmétteje[6] paura?!

  Che ste barbererìe le facci un padre
Che ppò ddì: cquesto nun è ffijjo mio,
Tant’e ttanto s’intenne:[7] ma una madre!

  Ma una madraccia che ll’ha ppartorita
E jj’ha ddato er zu’ sangue! Ah nnò, pper dio,
Nò, ttra le tigre nun z’è mmai sentita.

2 novembre 1833


  1. Cannibala.
  2. Andargli.
  3. Mettergli.
  4. Menargli: batterlo.
  5. Fare.
  6. Mettergli.
  7. S’intende.
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