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Sonetti del 1833 127

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LE BBAGARINE

  Te se sò infrascicate?[1] Ôh adesso sbuffa.
È ccalata la piazza?[2] Ôh mmó bbarbotta.[3]
Che tte discevo? Le fruttajje in grotta
Tanto la va[4] mma ppoi fanno la muffa.

  Mica c’abbi da dà la robba auffa,[5]
Ma cquanno te sce scappa la paggnotta[6]
Da’ mmano e sbarza via: nun èsse jjotta.[7]
Nun venni, e vvò’ abbuscà?![8] cquanto sei bbuffa!

  Li negozzi sò[9] bbestie de du’ code.
Una te pò ffà rricca: una te frega.[10]
Ecco perchè cchi sse contenta gode.[11]

  Sai che mme canta sempre mi’ marito?
“A invecchià ttroppo er fonno de bbottega
Sce s’arimette[12] poi nicch’e ppartito.„[13]

2 dicembre 1833

  1. Ti si sono infradiciate?
  2. Calare la pizza, vale: “abbassarsi il prezzo dei generi.„
  3. Borbotta.
  4. A lungo può andare.
  5. Gratis. Vedi la n... del Son....
  6. Quando puoi trarne un discreto lucro.
  7. Non esser ghiotta.
  8. Non vendi, e vuoi guadagnare?
  9. Sono.
  10. Ti rovina.
  11. Proverbio.
  12. Ci si rimette.
  13. Nicch’e ppartito; l’unguento e le pezze, e simili, cioè: “i lucri ed il capitale.„
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