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Sonetti del 1833 7

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LI FRATELLI DE LA SORELLA

  De li fratelli bboni è vvero, Teta,
Che ssi ne trovi dua sò ccasi rari;
Ma li mii! li mii poi sò ppropio cari
Com’e ddu’ catenacci de segreta.

  Storti,[1] scontenti,[2] menacciuti, avari:
Tutto li fa strillà, ttutto l’inquieta...
E ttu mme dichi: “Sei ’n’accia de seta„![3]
Vatte a ingrassà cco sti bbocconi amari.

  Cualunque sciafrerìa[4] porteno addosso
Tutto ha da usscì dda ste povere mane:
E Iddio ne guardi si jje chiedo un grosso.[5]

  Io ’r cammino, io la scopa, io le funtane...
Cuann’è la sera nun ciò[6] ssano un osso!
Inzomma, via, sce[7] schiatterebbe un cane.


Roma, 15 febbraio 1833

  1. Stravaganti.
  2. Aspri.
  3. Sei magra.
  4. Qualunque più minuta cosa.
  5. Moneta d’argento da cinque baiocchi.
  6. Ci ho: ho.
  7. Ci.
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