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160 Sonetti del 1834

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LA CASA SCUMMUNICATA[1]

  No, nno, cce n’ho d’avanzo de le pene
De sta bbrutta casaccia mmaledetta,
Che da sì[2] cche ce sto, ccredeme,[3] Bbetta,[4]
Io nun ho avuto ppiù un’ora de bbene.

  Cqua cciò[5] abbortito: cqua cciò perzo[6] Irene:
Cqua cciò impeggnato inzino la cassetta:[7]
Cqua mmi’ marito pe’ un fraudo[8] a Rripetta[9]
Me l’hanno messo a spasseggià in catene.

  Cqua inzomma te so ddì, ccommare mia,
Credessi d’annà ssotto ar Colonnato
De San Pietro, tant’è, vvojjo annà vvia.[10]

  Ché ar meno llà nnun ce sarà un curato,
C’a ’ggni pelo che ffate d’alegria
Ve viè a mmette[11]in ner culo ch’è ppeccato.

5 marzo 1834

  1. Disgraziata.
  2. Da quando.
  3. Credimi.
  4. Elisabetta.
  5. Ci ho.
  6. Perduto.
  7. Il cesso, con riverenza parlando.
  8. Frodo.
  9. Porto del Tevere.
  10. Il genio della sintassi di questo terzetto va bene osservato.
  11. Mettere.
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