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Sonetti del 1834 167

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L'INCERTI DE PALAZZO

  Ggià cche ssete[1] ar proposito, sor Marco,
De tutte le storzione[2] e mmaggnerie
Che cqui sse[3] fanno in delle sagrestie
A ttitolo de cortra e ccatafarco;

  Sentitene mó un’antra[4] de le mie.
Jeri un Conte, ch’è pprimo Maniscarco[5]
In de la Corte d’un gran Re Mmonarco,
Annò[6] ddar Papa co’ ddu’ bbrutte zzie.

  Come v’ho ddetto, sto sor Conte aggnede,[7]
E llui co’ le su’ zzie sazziorno l’occhi
Addoss’ar Papa e jje bbasciorno er piede.

  Tornato a ccasa, un scopator zegreto[8]
Je portò un conto de sei bbelli ggnocchi[9]
A ttitolo de logro[10] de tappeto.[11]

13 marzo 1834


  1. Siete.
  2. Estorsioni.
  3. Si.
  4. Altra.
  5. Maniscalco, invece di “scalco.„
  6. Andò.
  7. Andò.
  8. Gli scopatori-segreti sono i servi del papa.
  9. Scudi.
  10. Consumo.
  11. Questa tariffa esiste realmente fra le propine delle così-dette Cinque famiglie. L’attuale pontefice Gregorio XVI dicesi che ne mediti l’abolizione e così dar gratis il Piede SS.mo alla divozione de’ baciatori. Le cinque famiglie dianzi nominate sono distinte in: 1a. Anticamera e sala pontificia. 2a. Sala di M.r Maggior duomo. 3a. Sala di M.r Uditore SS.mo. 4a. Sala di M.r Maestro di Camera. 5a. Sala del Segretario de’ Brevi. Nell’inverno 1833-1834, le mance delle cinque famiglie superarono gli scudi 15.000. Interessante articolo di romana statistica!
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