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Sonetti del 1834 197

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LI BBECCAMORTI

  E cc’affari vòi fà? ggnisuno more:
Sto po’ d’aria cattiva è ggià ffinita:
Tutti attaccati a sta mazzata[1] vita...
Oh vva’ a ffà er beccamorto con amore!

  Povera cortra[2] mia! sta llì ammuffita.
E ssi[3] vva de sto passo, e cqua er Ziggnore
Nun allùmina un po’ cquarche ddottore,
La profession der beccamorto è ita.

  L’annata bbona fu in ner disciassette.[4]
Allora sì, in sta piazza, era un bèr vive,[5]
Ché li morti fioccaveno a ccarrette.

  Bbasta; chi ssa! Mmatteo disse jjerzera
C’un beccamorto amico suo je[6] scrive
Che cc’è cquarche speranza in sto collèra.[7]

18 marzo 1834

  1. [Ammazzata; maledetta.]
  2. Coltre [mortuaria.].
  3. E se.
  4. Nel 1817, anno del tifo petecchiale.
  5. Era un bel vivere.
  6. Gli.
  7. [In questo colera, che dal 1823 in poi aveva flagellato ora l'una o l'altraFonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte parte d'Europa, e nel 37 invase davvero anche Roma. Cfr. il sonetto: L'incontro ecc., 21 genn. 43.]
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