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206 Sonetti del 1834

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L'OMBRELLARI

  Che bbelli tempi, sì! cquanti sò[1] ccari!
More[2] de fonghi tu e li tempi bbelli.
Cristo! nun piove mai! Dìlli fraggelli
Sti mesi assciutti, e nnu li dì ggennari.

  Se discorre[3] che nnoi in tre ffratelli
Che ttenemo bbottega d’ombrellari,
Drent’a ddu’ mesi cqui a li Bbaullari,[4]
Nun z’è aggiustato c’ott’o nnove ombrelli.

  Sto novembre, ar vedé ll’arco-bbaleno[5]
Je lo disse[6] a mmi’ mojje tal’e cquale:
“Accidenti, Mitirda![7] ecco er zereno!.„

  E mm’arispose lei: “Bbrutto seggnale!
Ché ppe’ nnoi sce vorebbe armén’arméno
Rivienissi[8]er diluvio univerzale.„

19 marzo 1834

  1. Quanto sono.
  2. Mori.
  3. Si discorre, nel senso di “si tratta„
  4. Contrada quasi esclusivamente popolata da fabbricatori e racconciatori di bauli, valigie ed ombrelle. Si sa che anticamente i corpi d’arte usavano di stabilirsi presso che tutti in comunione di residenza, come erano uniti in sodalizi, fonte d’intolleranze, di privilegi esclusivi e di nocumento alla società.
  5. L’apparizione dell’iride è sempre un miracolo promettitore di serenità, episodio storico della gran tregua fatta da Dio con Noè dopo a’ cento giorni, ai quali successe la prima restaurazione, diversa alquanto da quella venuta poi dietro ai cento giorni di Bonaparte.
  6. Dissi.
  7. Matilde.
  8. Rivenisse.
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