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Sonetti del 1834 223

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ER FORNARO

  Er lacchè dder ministro San-Tullera,[1]
Pe’ ddà a vvedé cch’è una perzona dotta,
Disce c’a Ffrancia accant’a ’na paggnotta
Ce nassce un omo[2] e cche sta cosa è vvera.

  Mettétela addrittura in zorbettiera[3]
Sta cazzata,[4] e soffiatesce chè scotta.
Dunque un omo ch’edè?[5] ’na melacotta,
Un fico, ’na bbriccocola,[6] ’na pera?!

  Pe’ cquant’anni sò scritti in ner lunario
Da sì cc’Adamo se strozzò[7] cquer pomo,
Nun z’è vvisto accadé tutt’er contrario?

  Lui nun parli co’ mmé cche ffo er fornaro.
Che nnaschi una paggnotta accant’a un omo
Sò cco llui,[8] ma cquell’antraè da somaro.

25 marzo 1834

  1. Sainte-Aulaire.
  2. A côté d’un pain il naît un homme. Proverbio francese, allusivo all’aumento di popolazione proporzionata a quella delle sussistenze.
  3. Allorchè si ascolta un fatto incredibile si dice: Mettetela al fresco: soffiateci.
  4. Questa stoltezza.
  5. Che è? cosè?
  6. Albicocca.
  7. S’ingollò.
  8. Son con lui, cioè: “del suo avviso.„
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