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238 Sonetti del 1834

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L'OVA E 'R ZALAME

  A oggni pasqua che vviè,[1] ppropio st’usanza
Pare, che sso... cche mm’arieschi[2] nova.
Non ze fa ccolazzione e nnun ze pranza
Si mmanca er piatto de salame e dd’ova.

  Mica parlo per odio a sta pietanza,
Ché, ssi[3] vvolete, un gusto sce se[4] prova;
E, cquanno nun fuss’antro,[5] la freganza[6]
C’un zalame pò ddà, ddove se trova?

  Io dico de l’usanza der custume
De mannà ssempr’a ccoppia ov’e ssalame:
Questo è cch’io scerco chi mme dassi[7] un lume.

  Uhm, quarche giro sc’è:[8] ssi nnò[9] ste Dame
L’averebbeno ggià mmannat’[10] in fume[11]
Mentre a l’incontro n’hanno sempre fame.

4 aprile 1834

  1. Viene.
  2. Mi riesca.
  3. Se.
  4. Ci si.
  5. Quando non fosse altro.
  6. Fragranza.
  7. Costruzione: Di questo cerco chi mi dasse, ecc.
  8. Qualche intrigo c’è.
  9. Se no: altrimenti.
  10. L’avrebbero già mandato, ecc.
  11. Fumo.
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