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Sonetti del 1833 15

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LE RICCHEZZE PRISCIPITOSE

  Me chiedi si[1] ccom’è cch’er terzo e ’r quarto
Ch’ereno[2] ggià er ritratto der malanno,
Mó ccrompeno[3] li titoli e tte vanno
In carrozz’a bbommè tutt’in un zarto:

  Subbito, bbello mio, ch’è ppiù dd’un anno[4]
Che mmonteno la scala de l’apparto,[5]
Deven’èsse[6] saliti tant’in arto
Che nnun ze vedi[7] ppiù cquello che ffanno.

  Er Caporal’Andrea, ch’è un artijjere,
Disce: “A la bbomma[8] bbast’a ddàjje[9] foco,
E ’r resto va da sé ccom’er dovere.„

  Pe’ nnun mutà ffurtuna a ppoc’a ppoco,
Ma ddiventà addrittura cavajjere,
Cqua nnun ze n’essce: o ffurti, o apparti, o ggioco.


Roma, 18 febbraio 1833

  1. Se.
  2. Erano.
  3. Comperano.
  4. Subitochè, bello mio, è più di un anno ecc.
  5. Appalto.
  6. Debbono essere.
  7. Non si veda.
  8. Bomba.
  9. Dargli.
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