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288 Sonetti del 1834

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LA POVERA NUNZIATA[1]

  Nun te fa ccompassione eh? cciorcinata![2]
Ma ssi[3] ssapessi tutte le su’ pene...
Che a fforza de dà vvia,[4] nun j’è arrestata[5]
Una goccia de sangue in de le vene!...

  Chi ssciala[6] sai chi è? Ssai chi sta bbene?
La zia scèca[7] e la sòscera[8] ammalata.
Quelle davero hanno le case piene;
Ma nnò llei, no la povera Nunziata.

  Lei, poverella, da sì cch’er marito[9]
Fesce pe’ ccausa de le su’ puttane
L’accessione[10] de bbeni e annò ffallito,

  Nun ce se vorta[11] a cconzolalla un cane!
E cce sò[12] ggiorni che mmanco[13] ammuffito[14]
Pò ddì[15] la sera com’è ffatto er pane.

16 aprile 1834

  1. Annunziata.
  2. Sventurata.
  3. Se.
  4. A forza di vendere.
  5. Restata.
  6. Scialare: menar vita sfoggiata.
  7. Cieca.
  8. Suocera.
  9. Da quando il marito.
  10. La cessione.
  11. Non ci si volta.
  12. Ci sono.
  13. Né anche.
  14. Muffato.
  15. Può dire.
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