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Sonetti del 1834 | 337 |
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L'ESSEMPIO
Conzideranno[1] come sò accidiosi[2]
Sti pretacci maliggni e ttraditori:
Esaminanno[3] quanto sò rrabbiosi,
Jotti,[4] avari, superbi, e fottitori;
Ripijji un po’ de fiato, t’arincori,
T’addormi ppiù ttranquillo e tt’ariposi:
Perchè li loro vizzi[5] più ppeggiori
Serveno a illuminà lli scrupolosi.
È er Crero[6] che cc’impara[7] a ffà ll’istesso,
Er Crero, c’ha scordato er gran proscetto
D’amà er prossimo suo com’e ssestesso.
Mentre li preti offènneno[8] er decoro
E la lègge de Ddio j’è mmorta in petto,
Chi vvorà rrispettà la lègge lòro?
30 aprile 1834
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