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356 Sonetti del 1834

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ER MOTIVO PRENCIPALE

  A gguardà bbene, er Papa, appress’a ppoco,
È un omo fatto d’ossa, carne e ppelle,
Co la bbocca, li denti e le bbudelle,
E li membrucci sui tutti ar zu’ loco.

  Èccheve[1] la raggion de le gabbelle:
Pe’ vvia che[2] li quadrini che ddà ar coco
Acciò jje metti[3] un po’ de pila ar foco,
Nun je ponno fioccà ggiù dda le stelle.

  Paga poi lavatura e stiratura,
Lumi, vestiario, spie, preti d’ajjuto,
Stalla, e ddu’ fronne[4] de villeggiatura;

  Com’ha da vive[5] er povero Siggnore?
Manna[6] un editto, e ddisce: “Ho rrisoluto,
Popolo mio, de rosicatte[7] er core.„

5 giugno 1834


  1. Eccovi.
  2. Imperocchè.
  3. Gli metta.
  4. Due fronde: un tantino.
  5. Vivere.
  6. Manda.
  7. Rosicarti.
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