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368 | Sonetti del 1834 |
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ER CARDINALE CALUGGNATO
Nun j’abbasta a l’arètico scontento[1]
De mormorà cch’er Cardinàr Vicario[2]
Maggna otto vorte ppiù dder nescessario,
E ccirca ar beve[3] poi bbeve pe’ ccento.
Se va ppuro[4] inventanno er temerario
Che l’Eminenza Sua tiè uno strumento
Che indovina er zereno, l’acqua, er vento,
La grandina, la neve e ’r tempo vario.
Anzi, arriva a l’accesso[5] de scommette[6]
Che cco cquello strumento Su’ Eminenza
Sce[7] regola l’ingergo[8] a le collètte.
Ché ssi[9] er bùggero[10] suo disce: diluvia,
Er Cardinale subbito dispenza
Una collètta d’appetènna-impruvia.[11]
10 giugno 1834
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