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Sonetti del 1834 375

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi III.djvu{{padleft:385|3|0]]gravi persone, gli stessi uffici d’urbanità, o il farsi regali sotto qualunque pretesto; e, in caso di contravvenzione, comminava la pena del carcere, la scomunica ai recidivi, e, sempre, il sequestro del corpo del delitto, cioè de’ regali! Il testo genuino di questo editto. può vedersi tra i Documenti sul Governo Pontificio, raccolti per decreto del Governo delle Romagne: parte I; Prato, 1860; pag. 324-25.]

LE BBOTTEGHE DER CORZO[1]

  P’er Corzo sc’è una frega[2] senza fine
De libbrari, armaioli, perucchieri,
Sartori, machinisti, caffettieri,
Orloggiari e mmercanti de pannine.

  Ortre poi le modiste e le spazzine,
E antiquari, e arbanisti[3] e cchincajjeri,
Sc’è un famoso negozzio de bbraghieri
Indisposti[4] in bellissime vetrine.

  D’avanti a tutte ste bbotteghe nostre
Omo o ddonna che ppassi, è ccaso raro
Che nnun s’affermi[5] a ccontemprà lle mostre.

  E de tanti paini[6] e ttante sciane,[7]
Dar zolo[8] disgrazziato bbraghieraro,
Nun zo[9] cche ssia, nun ce s’afferma un cane.

12 giugno 1834

  1. Corso.
  2. Moltitudine.
  3. Ebanisti.
  4. Disposti.
  5. Che non si fermi.
  6. Giovani galanti.
  7. Ciana: corrisponde per la femmina al paino, ma con significazione di alquanta maggior vanità.
  8. Dal solo.
  9. Non so, ecc.
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