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394 Sonetti del 1834

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ER CHIRICO DE LA PARROCCHIA

  Padre Curato mio, nun ce s’inquieti:
Cqua in chiesa sua sce sò[1] ttroppe funzione;
E ssortanto pe’ sbatte[2] li tappeti
Sce vorìeno[3] du’ bbraccia da Sanzone:

  Senza er commatte[4] co’ llor antri[5] preti,
Tutte bbrave e ddeggnissime perzone,
Ma ppuro...[6] che sso io... tanti[7] indiscreti,
Che Ddio ne guardi oggni fedèr[8] cojjone.

  Io dunque, pe’ ffà un’arte ppiù mmijjore,
Ho arisoluto de mutà li panni
De chiricozzo in quelli de sartore.

  Ccusì, cco l’aspertezza[9] che ss’acquista
A fforza de dà[10] ppunti, in un par d’anni
Posso passà ar mestier der computista.[11]

18 giugno 1834

  1. Ci sono.
  2. Sbattere.
  3. Ci vorrebbero.
  4. Combattere.
  5. Lor altri.
  6. Pure.
  7. Tanta.
  8. Fedel.
  9. Esperienza.
  10. Di dare.
  11. Questo assennato discorso fu tenuto da un chierico al parroco Gasparri, soprannominato Quattrocchi.
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