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Sonetti del 1834 425

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LA SOVRANEZZA

  Regazzi, io ggià da jjeri ve l’ho ddetto:
Ve l’ho avvisato puro[1] stammatina:
Ve l’aripeto mó: zzitti, per dina:
Li sovrani portateje rispetto.

  Fijji, abbadat’a vvoi, c’ortre ar proscetto[2]
De Santa Cchiesa e a la Lègge divina,
C’è er guaio de la Santa quajjottina,[3]
Si[4] è ppoco la galerra e ’r cavalletto.

  Je casca a un omo una corona in testa?
Ecchelo[5] in faccia a li veri cristiani
Diventato er ziggnore de la festa.

  Perchè, ccome li soggni de la notte
Sò immaggine[6] der giorno, li sovrani
Sò immaggine de Ddio guaste e ccorrotte.

31 ottobre 1834

  1. Pure.
  2. Precetto.
  3. Ghigliottina.
  4. Se.
  5. Eccolo.
  6. Sono immagini.
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