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426 Sonetti del 1834

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LA PRATICA DE PIETRO

  Pietro, lassela stà:[1] Ppietro, che ffai!
Bbada, nun disprezzà li mi’ conzijji:
Penza ch’è mmaritata, e cche ttu pijji
N’amiscizzia pe’ tté ppiena de guai.

  Tu tt’accechi accusì pperchè nnun zai
Doppo tanti tremori e annisconnijji[2]
Che ggran pena sia quella d’avé ffijji
E nnun potelli chiamà ffijji mai.

  Tu nnun conoschi, Pietro mio, l’affanno
Dell’èsse padre e dder vedé ccarezze
Che sse le gode un antro[3] per inganno.

  Tu nnun capischi, nò, ccome se[4] langue
Ner dové ssopportà le tirannezze
Fatte sull’occhi propî ar propio sangue.

2 novembre 1834

  1. Lasciala stare.
  2. Nascondigli, per “sotterfugi.„
  3. Altro.
  4. Si.
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