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Sonetti del 1834 429

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi III.djvu{{padleft:439|3|0]]E appunto a questo fatto pensava il Novelli, quando poi nelle Due Vite scriveva:

.......... a la bestemmia freno
Ponea l’amor non già de l’ Evangelo,
Ma fiera morsa, che, da’ labbri fuora,
Stringea protratta, tumefatta, nera
La lingua al tormentato e non la mente,
Più furiosa, per l'intenso duolo, —
Di contumelie e d’ improperi a Dio, ì
Presso i suoi stessi altari, e in mezzo gl’ inni
A lui cantati.]

L'AMICO DE PAPA GRIGORIO

  Che ddorme! dorme un cazzo.[1] Er Papa è svejjo
E pporta la bbattuta der zorfeggio,
E in cento mila Papa io ve lo sscejjo[2]
P’er più Ppapa gajjardo[3] in ner conteggio.

  Lo so, vvoi me direte, sor Cornejjo:[4]
Perchè ddunque lui gode er privileggio
De fà ttutte le cose pe’ la mejjo,
E ttutto quanto j’ariessce in peggio?

  Nun ce vò mmica l’àrgibbra[5] a rribbatte[6]
Scerte difficortà cche mme se facci.[7]
Queste le sanno puro[8] le sciavatte.[9]

  Ecco er perchè: un Pontescife, fijjolo,
Nassce com’e nnoi poveri cazzacci
Co ddu’ cojjoni e cco un ciarvello solo.

16 novembre 1834

  1. Non dorme affatto.
  2. Scelgo.
  3. Pel Papa più gagliardo.
  4. Cornelio.
  5. Algebra.
  6. Ribattere.
  7. Mi si faccia.
  8. Pure.
  9. Ciabatte.
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