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Sonetti del 1833 57

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ER POVÈTA A L'IMPROVISO

  Er Lanarino[1] è bbravo: io sciacconzento.[2]
Ma ssi ssentissi[3] tu a li tre Mmoretti[4]
Er zoppo che futtuto farzamento[5]
Je dà, cce resteressi[6] a ddenti stretti.

  Eh, sse discurre, cristo pe’ li tetti!,
Che jjerzéra, accusì ppe’ ccomprimento,
Bbuttò ggiù ccert’ottave de sonetti,
Ch’er Tasso sciavrìa[7] fatto un istrumento.

  Cantò ’na qualità de povesia,
Che ppareva c’Appollo e tutt’er Monte
Parnaso fussi entrato all’osteria.

  Sce fesce la cascata de Fetonte,
La morte de Sanzone e dde Golia,
Muzzio Scevola all’ara e Orazzio ar ponte,
  15
  La bbarca de Caronte,
Er vol de Cruzzio[8] drent’a la voraggine,
E l’incennio de Roma e dde Cartaggine.


Roma, 15 maggio 1833

  1. Un famoso improvvisatore da bettola. Vedi la Prefazione.
  2. Ci acconsento.
  3. Se sentissi.
  4. Nome di una osteria.
  5. Dar falzamento equivale al “superare in valore.„
  6. Ci resteresti.
  7. Ci avrebbe.
  8. Curzio.
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