< Pagina:Sonetti romaneschi III.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.
58 Sonetti del 1833

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi III.djvu{{padleft:68|3|0]]

LE DONNE BBONE, E LE BBONE DONNE[1]

  Donne mie care, avetesce[2] pascenza:
Io ve porto pe’ mmé un amor da cane;[3]
Me ve vorrebbe[4] tutte a la cusscenza;
E avanti a vvoi[5] rinegherebbe[6] er pane.

  Ma ppuro,[7] fra mmé e vvoi in confidenza,
Bbe’ cche[8] vve maggnerebbe[9] sane sane,
Sii detto co’ la bbona e cculiscenza,[10]
Sete in grazzia de ddio troppe[11] puttane.

  Lassamo da una parte la Madonna,
Ch’è un zanto che nun è dda nominasse,[12]
E annàtemene a ttrova[13] la siconna.[14]

  De le bbone, fra ll’arte e ffra le bbasse,
Ammalappena su sta terra tonna
Ce ne sò ccento secche e ccento grasse.


Roma, 16 maggio 1833

  1. Buona donna, dicesi a una bagascia.
  2. Abbiateci.
  3. Un amore estremo.
  4. Vorrei.
  5. Piuttostochè voi.
  6. Rinegherei.
  7. Pure.
  8. Benchè.
  9. Mangerei.
  10. Con buona licenza.
  11. Troppe, per “troppo.„
  12. Nominarsi.
  13. Trovare.
  14. Seconda.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.