< Pagina:Sonetti romaneschi III.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
66 | Sonetti del 1833 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi III.djvu{{padleft:76|3|0]]
ER PECCATO ORIGGINALE
Arrivato a l’età dde la raggione
Ggesucristo entrò a sguazzo[1] in ner Giordano,
E sse fesce[2] cristiano, fedelone,
Cattolico, apostolico, romano.
Poi se n’annò ccór croscifisso in mano
Predicanno a ’ggni sorte de perzone
Che cchi nun z’è ssciacquato er coccialone[3]
Vederà er paradiso da lontano.
L’unica fu la Vergine Mmaria
Che sse sarvò[4] ssenz’èsse bbattezzata,
Perchè, a cquanto se sa, mmorze[5] ggiudia.
E la cosa è bbenissimo aggiustata.
Nun aveva bbisoggno de lesscìa[6]
Chi nnascé[7] ccome un panno de bbucata.[8]
Roma, 27 maggio 1833
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.