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78 Sonetti del 1833

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ER CANE

  Er cane? a mmé cchi mm’ammazzassi[1] er cane
È mmejjo che mm’ammazzi mi’ fratello.
E tte dico c’un cane com’e cquello
Nun l’aritrovi a ssono de campane.

  Bbisoggna vede[2] come maggna er pane:
Bbisoggna vede come, poverello,
Me va a ttrova[3] la scatola e ’r cappello,
E ffa cquer che noi fàmo[4] co’ le mane.

  Ciaveressi da èsse[5] quann’io torno:
Me sarta[6] addosso com’una sciriola,[7]
E ppare che mme vojji dà er bon giorno.

  Lui m’accompaggna le crature a scòla:
Lui me va a l’ostaria: lui me va ar forno...
Inzomma, via, j’amanca la parola.[8]


Terni, 18 ottobre 1833

  1. Mi ammazzasse.
  2. Vedere.
  3. Trovare, per “cercare.„
  4. Facciamo.
  5. Ci avresti ad essere.
  6. Mi salta.
  7. Ciriola.
  8. Cioè: “non gli manca che la parola.„
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