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104 Sonetti del 1835

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ER DISCORZO DE L'AGOSTIGGNANO.[1]

  Chi? Ssanta Filomena?![2] In un paese
Che li santi se spregheno?![3] Eh sor Nanno,[4]
Diteme un po’, cquanto pagate ar mese
Pe’ ccomparì ccazzaccio tutto l’anno?

  Si[5] a sta Santa novizzia oggi je danno
Tant’e ttante incenzate pe’ le cchiese,
Io, poveretta, mica la condanno
Che sse sii[6] messa mó ssu le protese.[7]

  Ma ddico ch’è un penzà da giacubbino
Er confrontà ccostei co’ la Madonna
Miracolosa de Sant’Agustino.[8]

  Questa c’ha scavarcato e ffa sta in regola
La Madonna der Zasso a la Rotonna,[9]
Nun pò avé suggizzion d’una pettegola.10

Note
  1. Agostiniano.
  2. Vedi il sonetto... [Santa Filomena, 21 apr. 34]
  3. Si [sprecano].
  4. [accorciamento di Fiordinanno, Ferdinando.]
  5. Se.
  6. Che si sia.
  7. Pretensioni.
  8. Vedi il sonetto... [L'ojjo santo, 5 genn. 32; nota 3].
  9. Vedi il sonetto... [Non so a quale alluda.]

Appendice al verso 14

[Queste gare erano e sono ancora comunissime nell’idolatria cattolica. Ed ecco, a questo proposito, anche un bel sonetto marchigiano inedito del cav. Alfonso Leopardi di Sanginesio:

MADRE E FIGLIO.

  Lu Bambinellu de San Vestignà,[1]
Che stalu[2] ’n chiesa da li Cappucci,
A piogghia[3] li miraculi sa fà
E guarisce milordi[4] e contadi.

  1. San Vestignano: villaggio nella provincia di Macerata.
  2. stato: sta.
  3. A pioggia: in gran quantità.
  4. I signori e la gente per bene sono chiamati milordi dai contadini marchigiani.
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