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166 Sonetti del 1835

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LA GGIUSTIZZIA DER MONNO

  La ggiustizzia è pp’er povero, Crestina.[1]
Le condanne pe’ llui sò ssempre pronte.
Sai la miseria che ttiè scritto in fronte?
Questa è ccarne da bboja; e cc’indovina.

  N’averò vvisti annà a la ghijjottina
Da venti o ttrenta, tra er Popolo e Pponte.[2]
Ce fussi stato un cavajjere, un conte,
Un monziggnore, una perzona fina!

  Quantunque, fijja, a rripenzacce[3] sopra,
Povero Papa, nun ha ttanto torto
Si co’ cquelli er marraccio[4] nu l’addopra.

  Forzi[5] lui vorìa fajjela[6] la festa;
Ma bbutterìa la spesa de straporto:[7]
Se pò gghijjottinà cchi nun ha ttesta?

8 aprile 1835

  1. Cristina.
  2. Piazze sulle quali sino agli ultimi anni si è eseguita la giustizia. Ora le esecuzioni han luogo in Via de Cerchi, che corre parallela al lato esterno settentrionale dell’antico Circo Massimo, nella valle fra l’Aventino e il Palatino, bagnata una volta dal Velabro maggiore. Ed ivi ben conviene la punizione de’ misfatti dove fu da’ Romani compiuto il primo delitto: il ratto delle Sabine.
  3. Ripensarci.
  4. Scure.
  5. Forse.
  6. Fargliela.
  7. Trasporto.
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