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Sonetti del 1835 193

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi IV.djvu{{padleft:203|3|0]]nali non hanno alcun diritto di opporsi a’ suoi voleri.]      2 Altro. [E lo sputa è comicissimo, anche perchè sputare o fare i cardinali, in romanesco, significa: “sputar sangue.„]      3 Farci.      4 Vendere.      5 [Variante popolare: È ppropio 'na commedia, un carnovale, Da pagà li parchetti a ppeso d’oro.]      6 Imbrogliare. [Var. pop.: Comincia a spampanà.]      7 “Venerabiles fratres,... quid vobis videtur?„      8 [Var. pop.: Je mettino la bbocca in ne l'affare]?      9 [Var. pop.: Vorta er culo.]

ER GELOSO COM'UNA FURIA

  Sò ggeloso sicuro, dio sagrato!
E nun ho da patì de ggelosia,
Quanno che ppe’ la Vergine Mmaria
M’aricordo le suste[1] che mm’hai dato?

  E de chi ssò ggeloso? De Mattia,
Der guercio, de tu’ zio, de tu’ cuggnato,
De l’ebbreo, de lo sbirro, der curato,
Der can’e ’r gatto, e inzin dell’ombra mia.

  Voantre[2] streghe, o de riffe o de raffe,[3]
Tutti li maschi li volete arreto,[4]
E ttienete li piedi in cento staffe.

  O ggiuvenotti, o bbocci,[5] o bbelli, o bbrutti,
Bbasta èsse donna per avé er zegreto
De falli bbeve[6] e ccojjonalli tutti.

27 aprile 1835

  1. Strette.
  2. Voi altre.
  3. Questa frase suona come chi dicesse: aut per fas, aut per nefas.
  4. Dietro.
  5. Vecchi.
  6. Di farli bere: in senso di “darla ad intendere„, ecc.
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