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Sonetti del 1835 209

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Sonetti romaneschi IV.djvu{{padleft:219|3|0]]del Diario di Roma.[      4 [Gli si rimpòse il vino: gli andò attraverso, per il troppo ridere.]      5 Sinonimo ricercato di narici, che altrimenti sarebbero frosce [froge].      6 Per questo motivo.      7 Per fare: affinchè poi faccia.]      8 [Ciceroncino si chiamava nelle scuole il libro delle lettere scelte di Cicerone.]

CRISTO A LA COLONNA

 
  Er Redentor Gesù, sotto le bbraccia
De quelli manigordi senza fede,
Dite che ddiventò dda cap’a ppiede
Una spesce[1] d’un pezzo de carnaccia.[2]
 
  Uhm, ar vede[3] la colonna che sse[4] spaccia
Pe’ cquella vera llì a Ssanta Presede,[5]
Sarà stato in ner petto e in ne la faccia,
Ma in tutt’er corpo nu lo posso crede.
 
  Ce starò[6] ppe’ la panza e ppe’ la schina,
Pe’ bbracc’e ffianchi e ppe’ le cossce puro,[7]
Ma in tutt’er corpo nò, ssora Fermina.
 
  Io so cc’a la colonna accost’ar muro
Me sce sò mmisurato stammatina,
E armeno er culiseo[8] stava ar zicuro.

19 maggio 1835

  1. Specie.
  2. Carne sanguinolenta di carogna che si vende per Roma a cibo di gatti.
  3. Al vedere.
  4. Si.
  5. Nella chiesa di Santa Prassede sull’Esquilino, si vede la colonna della flagellazione. Giunge appena ai fianchi di un uomo.
  6. Ci converrò.
  7. Pure.
  8. “Il diretano„, con rispetto parlando.
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