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212 | Sonetti del 1835 |
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ER VIAGGIO ALL'ESTRO[1]
Forzi[2] sarà bbuscia, ma cquarchiduno
Che sta in artis e ccrede de sapello
Disce c’ar Papa je va pp’er cervello
D’uggne le rote e scarrozzà a Bbelluno.[3]
Bbravo! farà bbenissimo; e ggnisuno
Pò nnegajje c’un viaggio com’e cquello
È ssempre mejjo che de stà a Ccastello[4]
A ppescacce le tinche p’er diggiuno.
Quadrini n’ha d’avanzo: passaporto
Se lo firma da sé: ddunque ha rraggione,
E accidentacci a llui chi jje dà ttorto.
Eppoi, quer tornà Papa tra pperzone
Che tt’hanno visto scicorietta d’orto
Dev’èsse un gran gustaccio bbuggiarone.
26 maggio 1835
- ↑ Il viaggio all’estero.
- ↑ Forse.
- ↑ Patria di Gregorio XVI.
- ↑ Castel Gandolfo sul Lago Albano, ordinaria villeggiatura de’ Pontefici.
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