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Sonetti del 1835 | 213 |
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FRA FFREGHINO
Er Papa scià ppippato der gajjardo,[1]
E vvonno j’abbi fatto ggiù ppell’ossa
Una caterinaria[2] bbuggiarossa[3]
Dannoje[4] la patente de bbusciardo.[5]
Disce: “Zittete llì, ffrate bbastardo:
Co’ li piedi sull’orlo de la fossa,
Arifanne[6] oggni ggiorno una ppiù ggrossa,
Senza ar meno un tantino d’ariguardo!
Quanno avevi ste bbuggere de vojje,
Faccia de bbajoccone[7] arruzzonito,[8]
Potevi restà ar monno e pijjà mojje.„
Ma er Zanto Padre cqua ss’era ammattito.
Chi è ccapasce a ttradì le sagre spojje
Sarìa[9] stato, dich’io, peggio marito.
28 maggio 1835
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