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242 Sonetti del 1835

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ER LUTTO P'ER CAPO DE CASA

  Circa a la morte sua nun guardà, Llello,
Che la povera vedova e li fijji
Pàreno[1] tutt’e ttre ggrassi e vvermijji,
Perchè una cosa è ccore, una è ccervello.

  Cocco mio, si[2] li ggiudichi da quello
Tu ppijji un fischio per un fiasco, pijji.
Nun je li vedi a llei queli scompijji
Neri, e a llòro er coruccio sur cappello?

  Nun vanno mai... ciovè[3] vvanno pe’ ttutto
Ma ssempre addolorati, poveracci!,
E stanno addietro sin che ddura er lutto.

  Anzi lei disse jjeri a ccert’amiche:
“Nun vedo l’ora de bbuttà sti stracci
Pe’ rrifà[4] un po’ de le caggnare[5] antiche.„

23 agosto 1835

  1. Paiono.
  2. Cuor mio, gioia mia, se ecc.
  3. Cioè.
  4. Per rifare.
  5. Baldorie, allegrie.
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