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246 Sonetti del 1835

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LI GGIOCHI DE LA FURTUNA

  A cquer zor tale, quanno magro e affritto[1]
Fasceva er torcimano a un rigattiere,
La miseria, le trappole, er mestiere,
E ttutto quer che vvòi, j’era dilitto.

  Oggi perantro[2] che nun è ppiù gguitto
E ha ccrompato[3] un croscion da cavajjere,
Te l’incenzeno in tutte le maggnere[4]
E in casa, e ffor de casa, e a vvosce e in scritto.

  Oggi è bbello, oggi è bbono, oggi ha ttalento,
Oggi fa bbene, e nun ze[5] sbajja mai,
Oggi si[6] arrubba[7] tre mmerita scento.[8]

  Malappena[9] sei ricco, in du’ parole,[10]
Bbasta un cerino a mmostrà cchiaro c’hai
Vertù cche pprima nun scopriva er zole.[11]

25 agosto 1835

  1. Afflitto.
  2. Peraltro.
  3. Comperato.
  4. Maniere.
  5. Non si.
  6. Se.
  7. Ruba.
  8. Cento.
  9. Appena.
  10. Per ristringere il molto in poche parole.
  11. Il sole.
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