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250 Sonetti del 1835

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ER LEGGE E SCRIVE[1]

  E a cche tte serve poi sto scrive e llegge?
Làsselo fà a li preti, a li dottori,
A li frati, a li Re, all’Imperatori,
E a cquelli che jje l’obbriga la Lègge.

  Io vedo che cce sò[2] ttanti siggnori
Che Ccristo l’arricchissce e li protegge,
E nnun zann’antro che rròtti,[3] scorregge,
Sbavijji,[4] e strapazzà li servitori.

  Bbuggiarà[5] ssi[6] in ner cór de le famijje
L’imparàssino ar più li fijji maschi;
Ma lo scànnolo grosso è nne le fijje.

  Da ste penne e sti libbri mmaledetti
Ce vò ttanto[7] a ccapì ccosa ne naschi?
Grilli in testa e un diluvio de bbijjetti.

27 agosto 1835

  1. Il leggere e scrivere.
  2. Ci sono.
  3. Non sanno altro che rutti, ecc.
  4. Sbadigli.
  5. Meno male.
  6. Se.
  7. Ci vuol tanto.
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