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Sonetti del 1835 253

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ER TISTIMONIO CULÀRE[1]

  Io stiede[2] llì a ffumà ssu li scalini
De la locanna un par d’orette toste,[3]
E vvedde[4] partì a ffuria[5] pe’ le poste
Er zegretario de Monzù Rreggnini.[6]

  Oggi ho ssentito poi ch’ebbe le groste
Pe’ vviaggio da una bbanna d’assassini,
Che stanno apparecchiati a li confini
Sempre come la tavola dell’oste.

  Disce che cce perdé ppuro[7] li pieghi.
Ma in questo parla bbene er locanniere:
“De le carte chi vvoi che sse ne freghi?.„[8]

  Eppoi, sai che ggran carte! Er Re de Francia
Che mmanna ar Re de Napoli un curiere
Pe’ ffajje accommidà[9] ccerta bbilancia.[10]

28 agosto 1835

  1. Oculare.
  2. Stetti.
  3. Un paio d’ore e più.
  4. Vidi.
  5. Partire in gran fretta.
  6. Il conte Rigny, pari di Francia e ministro dalla marina di quel regno.
  7. Pure.
  8. Chi vuoi che se ne curi?
  9. Per fargli accomodare, racconciare.
  10. Bilancia politica delle potenze meridionali contro quelle del nord. Si pretese essere il ministro venuto in Italia, onde chiedere personalmente al Papa e al Re di Napoli la cessione dei porti di Civitavecchia e di Gaeta.
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