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272 Sonetti del 1835

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RIFRESSIONE IMMORALE SUR CULISEO[1]

  St’arcate rotte c’oggi li pittori
Viengheno[2] a ddiseggnà cco li pennelli,
Tra ll’arberetti, le crosce, li fiori,
Le farfalle e li canti de l’uscelli,

  A ttempo de l’antichi imperatori
Ereno un fiteatro, indove quelli
Curreveno a vvedé li gradiatori
Sfracassasse[3] le coste e li scervelli.

  Cqua llòro[4] se pijjaveno[5] piascere
De sentì ll’urli de tanti cristiani
Carpestati e sbramati da le fiere.

  Allora tante stragge[6] e ttanto lutto,
E adesso tanta pasce![7] Oh avventi[8] umani!
Cos’è sto monno![9] Come cammia[10] tutto!

4 settembre 1835

  1. Riflessioni morali sul Colosseo.
  2. Vengono.
  3. Fracassarsi.
  4. Essi.
  5. Si pigliavano.
  6. Stragi.
  7. Pace.
  8. Eventi.
  9. Questo mondo.
  10. Cambia.
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